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Stazione di SASSARI

Ferrovia Sassari - Alghero

Storia e descrizione del sito

La stazione di Sassari è stata edificata nel XIX secolo, ad opera della Compagnia Reale delle Ferrovie Sarde che nel 1862 aveva ottenuto la concessione dal Regio Governo Italiano per la realizzazione della rete ferroviaria principale della Sardegna. Benché Sassari fosse collegata con Porto Torres e Chilivani già nel 1874, la stazione cittadina fu inaugurata solo nel 1884, a un anno di distanza dal completamento della dorsale centrale passante da Oristano a Golfo Aranci attraverso Macomer e Chilivani che permetteva il collegamento con Cagliari e Terranova Pausania (attuale Olbia).

Il fabbricato viaggiatori, di architettura classica nella facciata sul piazzale esterno, subì nel corso dei tempi ripetuti rimaneggiamenti, tra cui il prolungamento delle sezioni laterali e l’aggiunta di un piano nella parte centrale. Sul piazzale interno era presente una tettoia metallica con copertura dalla sommità curvilinea.

Nel 1889 la stazione fu collegata anche con la cittadina di Alghero sulla linea a scartamento ridotto realizzata dalle Strade Ferrate Secondarie della Sardegna, concessionaria delle linee secondarie sarde.

Tra il 1930 e il 1932 furono realizzati altri due percorsi ferroviari da mm. 950 colleganti Sassari con Sorso e con Tempio-Palau, ad opera delle Strade Ferrate Sarde (subentrate alle SFSS) le quali, oltre al piccolo tronco tra Monti e Calangianus (ormai ridotto a un tratto fine a sé stesso), avrebbero avuto in breve tempo il controllo anche della linea Sassari - Alghero.

Nel 1939, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, si procedette ad asportare completamente la vecchia copertura metallica della stazione per fonderla e destinarla all'industria bellica.

Dopo la conclusione della guerra, durante la quale a Sassari furono fortunatamente risparmiati i pesanti bombardamenti che danneggiarono gravemente altre città come Cagliari, Macomer e Alghero, la stazione fu sottoposta ad ulteriori lavori, tra cui la realizzazione nel 1956 di due nuove pensiline in metallo.

Attualmente, dopo la chiusura a Macomer nel 2006 del piccolo tratto di poco più di 200 metri attraverso il quale i treni a scartamento ridotto potevano transitare dalla stazione delle ferrovie complementari a quella vicina delle Ferrovie di Stato, Sassari annovera l'unica stazione presente in Sardegna dove passano sia i convogli delle FS che quelli dell'ARST-FdS.

Dati tecnici

  • Situazione del sito: la stazione è attiva per le FS e per le FdS, nonché per la metrotramvia urbana sassarese

  • Centri abitati serviti: Sassari

  • Altitudine: 176 metri s.l.m.

  • Distanza da Alghero: km 28

  • Numero binari nella stazione per le FdS: 1 a scartamento doppio sul collegamento verso Alghero (usato promiscuamente con le FS), più 2 a scartamento ridotto diretti a Sorso e Nulvi, oltre al terzo binario da 950 millimetri della metrotramvia cittadina

  • Accessibilità: ottima

  • Parcheggio auto: piazzale in loco

  • Trasporti pubblici per i centri abitati: autolinee per tutte le più importanti località della Sardegna

  • Cenni storici su Sassari - Le numerose vestigia archeologiche attestano che il territorio di Sassari fu popolato fin da epoca antichissima. I numerosi nuraghi, le tombe ipogeiche, i manufatti (ceramiche), gli strumenti in pietra e delle varie ere dei metalli (custoditi assieme ad altre importanti testimonianze presso il Museo nazionale Sanna) rivelano come l’area di Sassari sia stata importante crocevia di molteplici civiltà che si succedettero nel corso dei millenni. L’origine della città, attualmente la maggiore del Nord Sardegna e la seconda dell’isola dopo il capoluogo regionale Cagliari, viene fatta risalire dagli storici al Medioevo (X secolo), ad opera di profughi provenienti dalla vicina Porto Torres sfuggiti alle incursioni dei Saraceni. Nel XI secolo fu capoluogo della curatoria di Fluminargia, compresa nel Giudicato di Torres. Il nome della città compare tuttavia ufficialmente per la prima volta solo nel XII secolo in un documento, dove è designata con la denominazione logudorese di Tatthari. Divenuta capoluogo del Giudicato di Torres, nel XIII secolo Sassari conobbe un considerevole sviluppo civile ed economico che le attirò l’attenzione di Genova e di Pisa, entrambe impegnate ad espandere il loro dominio in Sardegna. Nel 1233, alla morte del giudice Mariano II, gli succedette Barisone III di appena 10 anni. I partigiani dei Genovesi, approfittando di questa circostanza che poneva il dominio della città nelle mani di un ragazzino, sollevarono la popolazione e nel corso dei tumulti il piccolo Barisone III fu assassinato. Nel 1236 fu proclamato a Sassari il governo repubblicano, che dovette contrastare i tentativi di conquista da parte di Adelasia di Torres, sorella di Barisone III e moglie di Ubaldo Visconti, Giudice di Gallura. Con la morte di Adelasia nel 1255, relegata presso il castello del Goceano a Burgos da Michele Zanche, l’indipendenza di Sassari quale Comune libero si resse sul sostegno dei Pisani fino al 1284, quando Pisa fu sconfitta dai Genovesi nella battaglia della Meloria. Sassari si confederò allora con Genova, conservando l’ordinamento autonomo, mentre le libertà comunali furono definitivamente sancite nel 1294 con la promulgazione degli Statuti.
    Nel XIV secolo, con l’arrivo degli Aragonesi in Sardegna, Sassari nel 1323 si sottomise volontariamente ai nuovi dominatori al fine di stringere maggiori rapporti commerciali con la Spagna, nonché per mantenere i privilegi oltre alla conservazione degli Statuti. Nel 1329 tuttavia, dopo una serie di alterne vicende, i Doria riconquistarono la città ed ottennero la restituzione degli antichi diritti e possessi dal re di Aragona, il quale nel 1330 munì Sassari di castello (edificato nell’area dell’attuale Piazza Castello e stoltamente abbattuto nel 1877 nonostante la sua sapiente architettura, al fine di edificare una banale caserma), che divenne sede presidiata del Governatore del Logudoro.
    Agli inizi della seconda metà del XIV secolo, Sassari fu al centro di lunghe ed aspre contese tra gli Aragonesi da una parte ed i Doria, i Malaspina ed i Giudici di Arborea dall’altra. Durante quasi 70 anni di lotta, la città fu assediata, espugnata e abbandonata dai vincitori per otto volte fino al 1417, quando il visconte Guglielmo III di Narbona la cedette ad Alfonso V di Aragona che le confermò il titolo di città regia, sottratta ad ogni regime di soggezione feudale. Per disposizione di papa Eugenio IV, nel 1441 Sassari divenne sede arcivescovile dopo che fu soppressa la diocesi di Porto Torres.
    Nel 1479 iniziò la dominazione spagnola di Sassari sotto il regno di Ferdinando il Cattolico, periodo durante il quale la città, al pari di tutta la Sardegna, conobbe una situazione di decadenza economica, sociale e culturale dovuta allo strapotere dei feudatari ed all’eccessivo fiscalismo del reame di Spagna. A ciò si aggiunsero varie pestilenze e carestie, che ebbero conseguenze devastanti per i cittadini sassaresi.
    Al 1617 risale l’istituzione dell’Università turritano presso l’edificio dell’ex convento dei Gesuiti, che per oltre mezzo secolo avevano svolto a Sassari la propria attività missionaria con pazienza e perseveranza.
    Un altro evento negativo per la città si verificò nel XVI secolo quando, nel corso della guerra tra la Spagna e la Francia, un corpo di spedizione comandato da Andrea Doria e Renzo Orsini nel 1527 sbarcò sulle coste presso il Golfo dell’Asinara e occupò Sassari sottoponendola a saccheggio e devastazione fin quando gli abitanti reagirono vigorosamente, costringendo gli occupanti alla fuga.
    Nel XVIII secolo, dopo l’occupazione austriaca (1706-1717) ebbe inizio nel 1720 la dominazione piemontese di Sassari sotto il regno di Vittorio Amedeo II, che nel corso degli anni finì con il ricalcare la cattiva amministrazione spagnola. L’avversione contro i Piemontesi crebbe così costantemente e si estese alle ville del Logudoro, al punto che nel 1796, al fine di sedare la rivolta, il Governo Piemontese inviò a Sassari il giudice della Reale Udienza Giovanni Maria Angioy di Bono, con poteri equivalenti a quelli di viceré. Angioy, tuttavia, appena arrivato sostenne il movimento antifeudale, arrivando ad organizzare una spedizione armata diretta a Cagliari che però non ebbe séguito.
    Sotto il regno di Carlo Alberto furono introdotte alcune riforme, che tuttavia non valsero a dissipare talune croniche situazioni di disagio e miseria nella città, al punto che nel 1852 si registrarono nuovamente esplosioni di rivolta popolare, le quali portarono alla sottoposizione di Sassari allo stato di assedio; una decisione questa che fu assai dibattuta nel Parlamento a Torino. Da allora, la “questione sarda” rappresentò uno dei temi all’attenzione dei Governi successivi all’unità d’Italia, che iniziò a trovare una sia pur parziale attuazione solo nella seconda metà del XX secolo, con l’avvento della repubblica nel nostro Paese.

Le immagini

La stazione FS di Sassari vista dal piazzale esterno

Gli uffici delle FdS sul lato destro della stazione FS di Sassari

I binari della linea metrotramviaria cittadina presso il piazzale esterno della stazione FS

I binari della linea metrotramviaria cittadina presso il piazzale esterno della stazione FS

Primo piano dei binari della linea metrotramviaria in uscita dal piazzale interno della stazione FS

Il tram Sirio della metropolitana di superficie, ripreso nel piazzale esterno della stazione FS di Sassari (Foto Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Un’altra immagine del tram Sirio, in sosta davanti alle pensiline della linea metrotramviaria urbana sassarese (Foto Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

I binari a scartamento ordinario visti dal piazzale interno della stazione FS

I binari in uscita dalla stazione FS diretti verso la fermata di Santa Maria

Il piazzale interno della stazione FS di Sassari, con un treno in procinto di partire per Alghero sul binario a scartamento promiscuo (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Treno appena partito per Alghero, formato da due automotrici diesel ADm e rimorchiata pilota RPm in coda (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Foto d’epoca (anni ’10) della stazione di Sassari con la copertura metallica originaria, asportata all’inizio degli anni ’40 (per gentile concessione della Direzione di Sassari delle FdS)

Cartolina d'epoca (forse dei primi anni '10) che ritrae il fabbricato viaggiatori della stazione di Sassari delle Ferrovie Reali

Altra cartolina d'epoca, anch'essa probabilmente risalente agli anni '10, in cui compare la stazione di Sassari delle Ferrovie Reali vista dal piazzale esterno; a destra dell'immagine si intravede la tettoia metallica di copertura del piazzale interno

Panoramica della stazione di Sassari in una foto d’epoca (anni ’50); in primo piano si notano i binari a scartamento ridotto per i collegamenti verso Sorso e Palau (per gentile concessione della Direzione di Sassari delle FdS)

Il piazzale interno della stazione di Sassari in una foto d’epoca (anni ’60); si osservi il binario a scartamento ridotto che si interseca con il binario 2 a scartamento ordinario (accanto al lato sinistro della pensilina) sul collegamento per Alghero. All’estrema destra si intravedono le rimesse locomotive delle FS (per gentile concessione della Direzione di Sassari delle FdS)

La stazione di Sassari in una cartolina presumibilmente della fine anni '50 - inizi anni '60 (per gentile concessione della Direzione di Sassari delle FdS)

La stazione di Sassari in una cartolina degli anni '60 (per gentile concessione della Direzione di Sassari delle FdS)

Foto d’epoca della stazione di Sassari ripresa probabilmente ai primi del XX secolo; sotto la tettoia metallica si vede un convoglio formato da locomotiva Winterthur, carro bagagli e due carrozze viaggiatori Castellammare a due assi sul binario a scartamento promiscuo per Alghero. A destra della foto si riconoscono le rimesse locomotive delle Ferrovie di Stato (allora Ferrovie Reali), oggi non più presenti (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

Altra immagine d’epoca della stazione di Sassari, vista dal lato opposto rispetto alla precedente fotografia, con i binari verso Porto Torres; sotto la tettoia metallica, sulla sinistra si vede un convoglio condotto da una locomotiva Winterthur (con il fumaiolo munito di apparato para-scintille) sul binario a scartamento promiscuo per i collegamenti SFSS con Alghero e delle Ferrovie Reali per Chilivani (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

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