Nel quadro
delle vicende storiche della ferrovia Macomer - Bosa, una parte a sé
ha l’attività della famiglia del Sig. Salvatore Sechi di Silanus.
La madre, Signora Giovanna Maria Caboni (1922 - 2012),
originaria di nobile famiglia con radici a Bono e Bottidda nel
territorio del Goceano, ha dedicato gran parte della sua vita al
servizio delle ferrovie secondarie in Sardegna. Fino al 31 dicembre
1969, ha lavorato in qualità di capo fermata per le FCS a Vigne
sulla linea Chilivani - Tirso. Dopo la chiusura di quest’ultima,
decretata dal Ministero dei Trasporti, la Signora Giovanna Maria fu
stata trasferita dalla Direzione del compartimento di Macomer delle
FCS appunto sulla Macomer - Bosa. Su questa linea proseguì la sua
attività a capo della stazione di Mòdolo, dove lavorò fino alla
soppressione del collegamento da Tresnuraghes a Bosa decretata nel
1981.
Il padre, Sig. Pasquale Sechi, il quale vide la luce nel
casello 46 al km 75+344 sulla ferrovia Chilivani - Tirso, lavorò
invece sulla Macomer - Bosa svolgendo attività di capo squadra
cantonieri.
Le vicende della famiglia del Sig. Sechi qui brevemente descritte
contribuiscono a fornire un quadro significativo riguardo l’attività
che interessò l’opera di generazioni di ferrovieri in Sardegna, la
quale fu di fondamentale importanza per il progresso economico e
sociale delle popolazioni nell’isola. Detta attività fu infatti
essenziale ai fini di risolvere in maniera definitiva il problema
della libera circolazione dei traffici di persone e merci, la cui
soluzione prima dell’avvento del treno era gravemente ostacolata
dalle distanze troppo grandi da coprire per gli antiquati mezzi di
comunicazione (biroccio, asinello, carro a buoi) a disposizione dei
sardi, oltre che dalla scarsità di vie di comunicazione adeguate
specie nelle aree più impervie e montagnose della Sardegna.
Si può dunque affermare che la storia delle ferrovie secondarie e di
tutti coloro i quali, come i genitori del Sig. Sechi, vi prestarono
onorevolmente servizio, rappresenta un capitolo basilare per
comprendere la rapida evoluzione della società sarda durante il XX
secolo, nel quadro del generale progresso dell’Italia, trasformata,
in un arco temporale straordinariamente breve, da Paese agricolo
arretrato a moderna potenza industriale. |