LA FERROVIA MACOMER - BOSA

La stazione di BOSA

La stazione di Bosa Centro fu edificata a sud dell’abitato, a breve distanza dalla S. S. 129 bis in entrata da sud nella cittadina. In origine essa costituiva il capolinea della ferrovia proveniente da Macomer, fino alla soppressione del collegamento con la stazione di Bosa Marina. Tale decisione è stata dettata da motivi di sicurezza, a causa dello smottamento dell’argine presso il Temo su cui correvano i binari dovuto all’azione erosiva delle acque del fiume, che ha impedito ogni forma di ripristino dell’originario tracciato conclusivo della linea.
Il fabbricato viaggiatori, tuttora esistente ed in discrete condizioni di conservazione, era originariamente del tipo di I classe sulle linee SFSS con 5 ingressi sulla facciata davanti ai binari; attualmente è sede degli uffici delle FdS per il servizio sostitutivo su autolinee del compartimento di Macomer. Sul lato ovest del fabbricato viaggiatori vi è il rudere delle ritirate, con gli ingressi murati e le finestrelle cruciformi ancora presenti sulle fiancate. In posizione centrale rispetto al piazzale è l’edificio che in origine doveva essere adibito a deposito; più a est, sull’asse estremo della stazione si trova la rimessa delle locomotive, ancora ben conservata, assieme all’adiacente fabbricato degli alloggi per il personale ferroviario. Il piazzale interno, in buona parte asfaltato, è ora utilizzato come area di transito e parcheggio degli autobus FdS adibiti al trasporto passeggeri. 

Situazione del sito la stazione non è più attiva, i binari sono stati asportati. Resta il fabbricato viaggiatori ed i marciapiedi per il servizio viaggiatori


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Indirizzo Via Nazionale - Bosa (OR)
Zone servite Bosa
Altitudine 3 metri s.l.m.
Distanza da Macomer km. 48+105.18 (sul percorso originario)
Numero binari esistenti 2 per il servizio passeggeri, più il binario del magazzino merci ed i 2 tronchini della rimessa locomotive, di cui quello a nord conduceva alla piattaforma girevole
Accessibilità ottima
Parcheggio auto piazzale in loco
Altri mezzi pubblici in loco autolinee FdS per Macomer e altri centri limitrofi
Notizie su Bosa

La presenza di insediamenti umani nell’area in cui sorge l’abitato di Bosa risale fin da epoca antichissima, come dimostrano i numerosi reperti storici giunti ai nostri giorni, tra cui avanzi di un gran numero di nuraghi e tombe preistoriche. Divenuta colonia cartaginese, la cittadina divenne nota sotto la dominazione romana della Sardegna con il nome di Bosa Vetus; ricordata da Tolomeo e riportata negli itinerari romani, essa sorgeva nell’area in cui ora sorge la chiesa di S. Pietro Extra muros. All’epoca costituiva centro importante quale municipio romano dotato di propri magistrati e collegato ad altre importanti cittadine quali Turris, Cornus e Tharros. Tra il IX ed il X secolo subì devastazioni a opera delle numerose incursioni saracene. Nel XI secolo fu fondato il nuovo centro cittadino, che divenne capoluogo della curatoria della Planargia, compresa nel Giudicato di Torres. Eretta sede vescovile alla fine del XII secolo, passò sotto il dominio dei Malaspina che concessero le libertà comunali. Nel 1308 Bosa fu possedimento dei Giudici d’Arborea, i quali nel 1323 la cedettero in pegno agli Aragonesi. Ritornata sotto il potere di Arborea nel 1328, il suo castello rappresentò uno dei più saldi baluardi durante la guerra che vide opposti Mariano IV agli Aragonesi. Dopo la battaglia di Sanluri nel 1409, fu concessa in feudo ai Moncada su investitura di Martino il Giovane, re di Sicilia; successivamente, nel 1464 fu ceduta assieme all’intero territorio della Planargia a Giovanni di Villamarina. Riconquistata nel 1470 da Leonardo Alagon, Marchese di Oristano, nel 1556 Bosa fu affrancata dalla servitù feudale e assoggettata alla corona. Nel XIX secolo, per un breve periodo (1807-1821) fu eretta capoluogo di Provincia.
Tra i monumenti più importanti, va citato innanzitutto il Castello di Serravalle, edificato tra il XII-XIII secolo (probabilmente ad opera dei Malaspina, secondo alcuni storici), il quale è tra i più imponenti e degni di nota in Sardegna; si presenta circondato di mura di cinta con alte torri e colpisce con immediatezza l’attenzione del visitatore per il contrasto cromatico tra i blocchi in pietra chiara e quelli in trachite rossa. All’interno del Castello è posta la piccola chiesa di Nostra Signora e di S. Giovanni del Castello, di antica origine e rimaneggiata nel XV secolo. Altro edificio di grande importanza del patrimonio artistico bosano è la notevolissima chiesa di S. Pietro Extra muros, in cui l’alternanza degli elementi architettonici permette di ricostruire le diverse fasi dell’arte medievale in Sardegna. La primigenia struttura è di impronta romanico-lombarda; di massiccio impianto, risale al XI secolo. Ad essa furono aggiunti elementi più tipicamente romanico-sardi, come il campanile a torre di estrema semplicità architettonica. Più avanti, agli inizi del XIII secolo, fu aggiunto un nuovo corpo di fabbrica decisamente gotica e di derivazione franco-borgognona, con elementi cistercensi; a tale periodo risale la bella facciata che presenta tre grande arcate ogivali, ciascuna delle quali ornata da un rosoncino quadrilobato, separate da una serie di eleganti archetti; in quella centrale si apre il portale con architrave recante una decorazione a sei archetti trilobati al cui interno compaiono in ordine da sinistra verso destra: S. Paolo, un albero, S. Costantino, la Madonna con il Bambino, un altro albero e S. Pietro.
Oltre che per la pregiata produzione vinicola, tra cui la nota Malvasia locale, Bosa è celebrata per la fiorente tradizione del ricamo artigianale (filet), che si esprime in molteplici artistiche forme.

Le immagini

Stazione di Bosa: il fabbricato viaggiatori ripreso dal lato est, con la facciata rivolta verso il piazzale interno della stazione medesima, i cui binari da tempo sono stati completamente asportati

Dettaglio del piazzale interno della stazione di Bosa, con la piazzola spartitraffico ancora presente ed il sedime dei binari provenienti da Bosa Marina

Il fabbricato viaggiatori della stazione di Bosa inquadrato dal lato ovest

Particolare del lato ovest del fabbricato viaggiatori, con la targa ove si legge ancora la dicitura BOSA

Ancora il fabbricato viaggiatori di Bosa, ripreso dal lato ovest

Primo piano della facciata del fabbricato viaggiatori di Bosa, con le scritte ormai sbiadite dal tempo e dall’incuria

Il retro del fabbricato viaggiatori di Bosa, visto dalla strada che conduce alla stazione

Il piccolo edificio delle ritirate, realizzato nel tipico stile architettonico fine XIX secolo delle SFSS; si tratta di uno dei pochi ancora presenti sulle linee secondarie sarde

L’ingresso murato delle ritirate, con la sovrastante dicitura UOMINI ancora leggibile

Foto d’epoca dell’abitato di Bosa, con la stazione ferroviaria in primo piano; da sinistra a destra si riconoscono il fabbricato viaggiatori, il deposito merci e la rimessa con gli alloggi per il personale ferroviario (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

Il capostazione di Bosa nel 1920 (Per gentile concessione della Direzione FdS di Sassari)

La stazione di Bosa nel giorno dell’inaugurazione del servizio di trasporto con le nuove motrici diesel Emmine tipo M1, di cui si vedono i tre esemplari allineati, messi a disposizione del compartimento di Macomer delle FCS a partire dal 1934 (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

Una delle tre Littorine Fiat ABDm 40, in servizio dal 1937 sulle linee del compartimento di Macomer delle FCS, ripresa in sosta presso l’asse estremo della stazione di Bosa; dietro la Littorina si intravedono il tetto della rimessa locomotive, l’edificio degli alloggi e, sulla destra, il frontale di un'automotrice ADe (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

La stazione di Bosa in una foto degli anni ’70, con un convoglio in sosta formato da un locomotore LDe e due vetture passeggeri, probabilmente del tipo V2D provenienti dalla Ferrovia Circumvesuviana delle linee campane (Per gentile concessione della Direzione FdS di Sassari)

Foto della stazione di Bosa, risalente all’ultimo periodo di servizio sulla linea da Macomer (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Una bella inquadratura della stazione di Bosa, con un’automotrice ADe FCS in sosta davanti al fabbricato viaggiatori (Foto Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Ancora una foto d’epoca della stazione di Bosa ripresa dal Sig. Sechi; a sinistra si nota l’edificio delle ritirate mentre sullo sfondo si intravede la rimessa locomotive (Foto Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Locomotore LDe in partenza per Bosa Marina, in un’altra preziosa foto storica della collezione Sechi; nell’ingresso della rimessa locomotive si nota un’automotrice ADe Stanga TIBB (Foto Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

La stazione di Bosa nel 1981, anno della sua irrevocabile chiusura; davanti al fabbricato viaggiatori si nota un automotrice diesel ADe sul binario 1. A sinistra della foto si intravede l’edificio delle ritirate che presentava davanti all’ingresso uomini il pannello metallico di protezione (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Un’altra immagine del fabbricato viaggiatori della stazione di Bosa del 1981, ripresa dal lato opposto, con i binari in direzione di Bosa Marina (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

La rimessa locomotive di Bosa nel 1981, con un’automotrice diesel ADe sul tronchino presso il serbatoio dell’acqua che dava accesso alla piattaforma girevole (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Foto d’epoca datata 1936, in cui compare l’Emmina M1 FCS n° 1 recante il nome “Sebastiano Satta” in onore del celebre poeta nuorese, ripresa in sosta davanti al magazzino merci della stazione di Bosa (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

Treno passeggeri nella stazione di Bosa, formato da locomotore LDe e due carrozze V2D (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Ancora una foto storica del vecchio ponte di Bosa, tratta dalla collezione Sechi (Foto Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Veduta del bel ponte sul Temo che conduce al centro storico di Bosa (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Il nuovo ponte sul fiume Temo; sulla destra si vede il binario che in passato collegava la stazione di Bosa Marina con quella di Bosa Centro (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Primo piano del binario in direzione della stazione di Bosa, chiuso definitivamente ai treni nel 1981 (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Un tratto della linea che congiungeva la stazione di Bosa Marina a quella di Bosa Centro, con il casello 33 posto a controllo di un passaggio a livello (Per gentile concessione della Direzione FdS di Sassari)

Un primo piano del casello 33 e del vicino passaggio a livello su un percorso rurale

Foto d’epoca con veduta panoramica dell’abitato di Bosa e del corso del fiume Temo (Per gentile concessione della Direzione FdS di Sassari)

Il piazzale interno della stazione di Bosa come si presentava nel 1979; in primo piano a destra è il magazzino merci, mentre sullo sfondo si riconosce il fabbricato viaggiatori (Foto Salvatore Fiori - per gentile concessione)

Cartolina d’epoca del centro storico di Bosa (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Altra cartolina d’epoca dell’abitato di Bosa con il vecchio ponte sul Temo in primo piano; sullo sfondo, sopra il colle che sovrasta la cittadina si nota il Castello di Serravalle (Collezione Sig. Salvatore Sechi - per gentile concessione)

Il piazzale interno della stazione di Bosa come si presentava nel 1979; in primo piano a destra è il magazzino merci, mentre sullo sfondo si riconosce il fabbricato viaggiatori (Foto Salvatore Fiori - per gentile concessione)

Ancora il piazzale interno della stazione di Bosa nel 1979, visto dal lato opposto; a sinistra è la rimessa locomotive a doppio ingresso, con sul retro l’attiguo edificio alloggi per il personale ferroviario. A destra si notano tre vetture passeggeri Reggiane (Foto Salvatore Fiori - per gentile concessione)

Altra veduta della rimessa locomotive della stazione di Bosa, con i tronchini di accesso ormai rimossi ed il piazzale interno convertito in area di sosta e parcheggio per gli autobus del servizio sostitutivo su strada; si notano anche il serbatoio dell’acqua posto davanti alla rimessa e, sul retro di quest’ultima, l’edificio degli alloggi (Foto Salvatore Fiori - per gentile concessione)

Planimetria della stazione di Bosa (Archivio Salvatore Fiori - per gentile concessione)

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