Le linee ferroviarie

LA FERROVIA BITONTO - SANTO SPIRITO LIDO

di Rosario Serafino

La breve ferrovia Bitonto - Santo Spirito Lido (o "Santo Spirito Marina") nacque per volontà dei Bitontini stessi che desideravano una ferrovia "propria": all'epoca della costruzione, infatti, Santo Spirito era frazione della stessa Bitonto; in pratica costituiva lo sbocco a mare della cittadina pugliese. Fu così che Bitonto ebbe la propria ferrovia che potremo, pertanto, considerare una sorta di metropolitana.

Molti furono i problemi da superare per la sua costruzione, soprattutto economici. Anche la sua vita non fu semplice e la sua storia durò appena 34 anni.

 

Agli amici Bitontini, che con tanta caparbietà sostennero quest'opera, è dedicato quest'articolo.

Indice

Planimetria della linea evidenziata in giallo

STORIA DELLA LINEA

Le vicende di questa ferrovia si intersecano in maniera continua con quelle della ferrovia Bari - Bitonto - Ruvo - Barletta. Già le prime notizie, risalenti al 1877, riguardano la richiesta di concessione da parte dei signori Giuseppe Arnone e Raffaele Di Lorenzo per una ferrovia economica a trazione ippica che doveva collegare Andria, Corato, Ruvo, Terlizzi, Bitonto, Santo Spirito ed una traversa Corato - Trani. La concessione venne data ma essa passò alla Società dei Tranwais di Bruxelles in data 31 ottobre 1878: quest'ultima si impegnò a costruire la ferrovia economica Bari - Barletta eliminando il collegamento Bitonto - Santo Spirito, cosa che avvenne nel 1882.

Restò vivo nei Bitontini la necessità di costruire una ferrovia che collegasse Bitonto alla stazione ferroviaria di Santo Spirito, sia per un motivo commerciale legato all'inoltro dei prodotti della terra verso i mercati nazionali ed internazionali, sia per un motivo sociale in quanto Santo Spirito, all'epoca, era una frazione di Bitonto e, soprattutto d'estate, le spiagge del litorale erano affollate degli abitanti provenienti dalle cittadine interne. Finalmente il 20 agosto 1911 venne costituita la Società Anonima Ferroviaria (S.A.F.) con sede in Bitonto, allo scopo di costruire ed esercitare una ferrovia a scartamento ordinario e trazione elettrica per il trasporto viaggiatori e merci da Santo Spirito per Bitonto, Palo del Colle e Bitetto con allacciamento alle ferrovie statali nelle stazioni di Santo Spirito e Bitetto.

Il primo progetto venne presentato il 25 ottobre 1913, ma venne ritenuto di difficile attuazione. Per questo vennero apportate una serie di varianti ed alla fine del 1914 venne finalmente approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. I lavori iniziarono poco dopo, ma a causa della prima guerra mondiale, essi subirono una sospensione fra il 1915 ed il 1918. La costruzione della ferrovia riprese nel 1919 tra molte difficoltà, non ultime le numerose proteste dei contadini per l'esproprio dei propri terreni. Nel 1923 la S.A.F. affidò alla C.G.E. (Compagnia Generale di Elettricità) di Milano, i lavori per la costruzione della ferrovia per un importo di 7 milioni di lire. Si rese pertanto necessario trovare nuovi fondi per far fronte a tale spesa: l'impresa non fu semplice. Nel 1926 la S.A.F. dovette sospendere i pagamenti per mancanza di fondi e così la C.G.E. interruppe i lavori. Notevoli furono gli sforzi finanziari da affrontare, ma la caparbietà del popolo bitontino e dei consiglieri della S.A.F. portò i suoi frutti ed i lavori poterono essere portati a termine.

L'inaugurazione della ferrovia avvenne il 28 ottobre 1928, dopo 17 anni di lavoro. Alle 15,30 il treno presidenziale con le autorità partì dalla stazione di Bitonto per raggiungere la stazione di Santo Spirito, fra ali di folla festante. Il giorno dopo iniziò il regolare servizio. Purtroppo le difficoltà finanziarie non cessarono. A queste si aggiunse un brutto incidente che avvenne il 26 agosto 1929: l'elettromotrice EL01 partita da Bitonto alle 5, per un errore del macchinista, finì la sua corsa schiantandosi contro il paracarri della stazione terminale di Santo Spirito Lido e finendo su uno scoglio nel mare. Fortunatamente gli occupanti uscirono solo con qualche escoriazione e molta paura. Notevoli furono invece i danni sia alla elettromotrice che alla linea aerea: fu l'ennesimo colpo alla situazione finanziaria già disastrata. Un po' di respiro arrivò a metà del 1930 quando uno dei consiglieri della società riuscì ad ottenere promesse e finanziamenti, rivolgendosi a tutte le porte possibili. Ma purtroppo una buona parte delle azioni passarono al Senatore Romeo di Roma che stava già procedendo ai lavori per la ferrovia Bari - Bitonto - Andria - Barletta, l'attuale Bari Nord. Dopo essere riuscito a diventare azionista di maggioranza, portò la sede della S.A.F. a Roma e lasciò che la società affogasse nei debiti. In tal modo, il 21 maggio 1937 la S.A.F. venne ceduta alla Ferrotranviaria S.A.It. di Roma, la società che stava progettando la costruzione della nuova ferrovia Bari Nord. Fu così che la piccola ferrovia venne lasciata sopravvivere tra mille difficoltà, affidata solo alla buona volontà del personale di terra e viaggiante. Il 10 agosto 1958 su tutti i convogli venne abolita la prima classe.

Il 23 gennaio 1963 un nuovo incidente capitò alla elettromotrice EL03: fu il giusto pretesto per chiudere definitivamente la ferrovia dopo 34 anni di onorato servizio.

La nuova ferrovia Bari Nord tra Bari, Bitonto, Ruvo e Barletta, occupò parte della sede della vecchia ferrovia bitontina, fra il km. 5+444 (dove sorse un posto movimento denominato "Bivio Santo Spirito") e la fermata di Amely. Dal "Bivio Santo Spirito", la linea venne utilizzata ancora per un paio d'anni fino all'interconnessione con Santo Spirito FS per consentire l'inoltro di treni materiali, dopodichè venne lasciata in stato di abbandono.

Resti della fermata di Santo Spirito Scalo, ripresi dall'attuale stazione FS di Santo Spirito

IL PERCORSO DELLA LINEA

La linea partiva dal centro di Bitonto dove venne creata una stazione di testa con tanto di fabbricato viaggiatori, scalo merci e rimessa rotabili: oggi la stazione è sede del deposito delle autolinee della Ferrotranviaria avente accesso da via Generale Pianelli 20/A.

Dalla stazione principale, la linea proseguiva in direzione Nord-Est (attraversava le attuali Via Angelo Messeni e Via Domenico Urbani): il percorso ricalca l'attuale Via Donato Piepoli per poi coincidere con l'attuale linea ferroviaria Bari Nord a partire dal passaggio a livello di Via Giovanni XXIII.

La linea proseguiva poi in direzione parallela alla Statale Bitonto - Santo Spirito, divergendo leggermente alle porte della cittadina. Con una curva verso sinistra la linea attraversava Corso Umberto per portarsi parallela alla linea delle Ferrovie dello Stato all'altezza della stazione di Santo Spirito. Qui un binario si portava nello scalo merci affianco allo scalo merci delle FS per consentire l'interscambio con quest'ultima. Il binario della linea invece scendeva di livello fino a sottopassare la linea statale, oltre la quale era la fermata di Santo Spirito Stazione.

Da qui la linea con una lunga curva (le attuali Via Lembo, Via Oriolo e Via Suor Maria Lucchesi) raggiungeva la stazione terminale di Santo Spirito Lido, ubicata all'angolo del lungomare ove oggi è un bar.

Gli orari della linea nel 1938 (a sinistra) e nel 1954 (a destra)

LO STATO ATTUALE DELLA LINEA

Oggi di questa gloriosa ferrovia rimangono solo poche tracce.

La stazione principale di Bitonto è ancora esistente ma è stata trasformata nella sede del deposito delle autolinee della Ferrotranviaria: è comunque chiaramente riconoscibile il fabbricato viaggiatori con la rimessa.

Uscendo da Bitonto è ancora visibile la cantoniera denominata "Amely" al passaggio a livello della Bari Nord di via Giovanni XXIII che era una delle fermate della linea. La successiva fermata "Sorgente" è poco riconoscibile.

Per ritrovare le tracce della linea occorre seguire la statale per Santo Spirito e portarsi oltre il punto in cui la ferrovia Bari Nord si allontana da quest'ultima (ov'è la cantoniera denominata "Bivio Santo Spirito"). Da qui le rotaie affiorano in diversi punti parallelamente alla strada. Più innanzi, alle porte di Santo Spirito, è possibile  incontrare il fabbricato della fermata "Catino" semisommersa dalla vegetazione e poi la cantoniera (oggi abitazione privata) nel punto in cui la linea attraversava il Corso Umberto.

Percorrendo via D'Amely si raggiunge il punto in cui la linea si biforcava in due: un binario proseguiva per Santo Spirito Lido ed un altro si poneva parallelo alla stazione FS per consentire l'interscambio delle merci. Restano tracce dei binari, del sedime e dei pali per la catenaria.

Portandosi al di là della ferrovia statale, si incontra il fabbricato della fermata "Santo Spirito Stazione" con tracce del binario, un palo per la catenaria e la galleria che sottopassava la linea statale. Oltre tale fermata, nessuna traccia è più visibile se non le strade che ricalcano esattamente la linea ferroviaria.

Orari della linea ferroviaria del 1958, del 1960 e del 1963, nonché dell'autoservizio sostitutivo del 1967

I ROTABILI DELLA FERROVIA

La piccola ferrovia Bitonto - Santo Spirito Lido non ebbe una grande dotazione di materiale rotabile. D'altronde, il tempo limitato che essa rimase in servizio non comportò neanche eventuali ammodernamenti e sostituzioni di tale materiale. La Società Italiana Carminati e Toselli di Milano fornì i rotabili che constavano di 3 elettromotrici classificate EL01, EL02 ed EL03 (di prima e terza classe) e di quattro rimorchiate classificate R21 ed R22 (con 40 posti a sedere di sola terza classe), R23 (con 40 posti a sedere di sola prima classe) ed R24 (con 16 posti a sedere di prima classe e 24 di terza classe).

Per quanto è dato di conoscere, tutto il materiale rotabile venne dismesso con la chiusura della ferrovia e, successivamente, rottamato. L'unica eccezione ha riguardato una sola elettromotrice che venne recuperata e trasformata nel locomotore diesel DE.01, utilizzato sulla nuova linea ferroviaria Bari Nord (vedi foto sul sito photorail): guardando la struttura del telaio di questo locomotore è possibile verificare che il telaio, i carrelli e persino le traverse di testa con ancora gli originali respingenti a bovolo sono tutti della originaria elettromotrice. Dovrebbero esserlo anche i motori elettrici che muovono gli assi, recuperati e alimentati non più da pantografo e catenaria ma dal generatore azionato dal motore diesel installato durante la ricostruzione. (si ringrazia Stefano Paolini per la gentile segnalazione)

L'incidente avvenuto il 23 gennaio 1963 al treno 308 partito da Santo Spirito Marina alle ore 9.55: fu uno dei motivi della chiusura della linea (da "Storia di una piccola ferrovia in terra di Bari" di Michele De Santis)

DATI TECNICI

Situazione della linea dismessa dal 1963 Stazioni e fermate
  • km 0+000 Bitonto

  • km 1+048 Amely

  • km 3+348 Sorgente

  • km 6+804 Catino

  • km 7+066 Santo Spirito Scalo Merci (interscambio merci FS)

  • km 7+286 Santo Spirito Stazione

  • km 8+200 Santo Spirito Lido
     

Lunghezza 8+200 km
Numero binari 1
Trazione elettrica (1,2 KV c.c.)
Scartamento ordinario
Armamento binari da 27,3 kg/m
Esercizio a spola
Pendenza massima 29 mm/m
Province attraversate Bari
Interconnesioni a Santo Spirito Scalo: linea Foggia - Bari

IMMAGINI DELLA FERROVIA

Di seguito vengono riportate le schede di ciascun sito rilevante della ferrovia con notizie e documentazioni, nonché immagini d'epoca e attuali.

La stazione di Bitonto
La fermata di Amely
La fermata di Sorgente
La fermata di Catino ed il Bivio Santo Spirito
Lo scalo di Santo Spirito e l'interconnessione con le FS
La fermata di Santo Spirito
La stazione di Santo Spirito Lido

Resti del binario della ferrovia nel tratto fra Bitonto e Santo Spirito

RINGRAZIAMENTI E FONTI

Parte del materiale per la stesura di questo articolo è tratto dal libretto "Storia di una piccola ferrovia in terra di Bari" di Michele De Santis, edito nel 1975. Si ringraziano altresì:

Nota: abbiamo controllato scrupolosamente il testo e le foto, ma se dovessero risultare inesattezze o fonti errate, preghiamo i nostri lettori di comunicarcelo a info@lestradeferrate.it

STESURA E AGGIORNAMENTI

Articolo pubblicato il 22 ottobre 2011.

 

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